Franz Liszt, vita romana e dissonanze

di:
Giovanni Gavazzeni

Franz Liszt definiva “una lunga dissonanza senza risoluzione” la sua vita d’artista. La storia ha riconosciuto la
straordinaria unicità del suo perpetuo movimento creativo, intrecciato con le arti sorelle, la storia, la
politica, la religione. Fra le dissonanze irrisolte più affascinanti, Roma. Liszt era passato negli anni del
giovanile pellegrinaggio romantico; nel 1839 vi tenne il primo concerto solistico della storia (liberandosi del
caravanserraglio di cantanti e virtuosi vari ironizzava di sentirsi “come Luigi XIV: ‘le concert c’est moi’”.

Pochi sanno che il luogo dove si tenne lo storico concerto (Sala Dante di Palazzo Poli) sta alla destra della
Fontana di Trevi. Questa è solo una delle tante scoperte che ci mostrano Waldrudis Hoffmann e Barbara
Pfeffer nelle loro passeggiate romano-lisztiane, accompagnate da suggestive immagini d’antan e fotografie
di quei luoghi, con inviti all’ascolto dei brani nati o ispirati da quelle specifiche sedi. Il primo appartamento
nell’area degli artisti, via Sistina; il ritiro nel convento isolato sul Monte Mario dove le monache di clausura
custodiscono ancora la tastiera silenziosa su cui si esercitava; l’appartamento nel Palazzo apostolico
lasciatogli dal cardinale Gustav von Hohenlohe, l’alto porporato che gli impartirà gli ordini minori e lo avrà
per anni ospite nella Villa d’Este di Tivoli dove nasceranno i meravigliosi brani del terzo volume degli Anni di
Pellegrinaggio. E le case salotto come la Tarpea al Campidoglio appartenente alla principessa-allieva Nadine
Helbig dove Liszt presenziava, suonava, ascoltava, fumava i prediletti sigari Virginia e beveva cognac. Ci
sono anche luoghi misteriosi come il Camposanto teutonico in Vaticano, dove finirono le spoglie del
cardinale Hohenlohe e della principessa Carolyne von Sayn-Wittgenstein, la donna che Liszt era venuto a
sposare a Roma ma che una serie di ostacoli da romanzo nero, fra trame ecclesiastiche e laiche brame
ereditarie, trasformarono nella sua più fedele amica.

fonte: “Musica per camaleonti” – Il Venerdì, 16 febbraio 2024