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Wowology and Wonderology

“‘Wow’- come vuole Kim Veltman – è qualcosa di più. È quel qualcosa in più che rende speciale, indimenticabile e stimolante un determinato edificio o monumento. ‘Wow’ non riguarda solo la dimensione di ciò che non è familiare. Si tratta di scoprire un significato inaspettato e relazioni in ciò che pensavamo fosse conosciuto. La verità è che i nostri sistemi – riferendosi all’uso di internet – sono progettati per risposte isolate, non risposte che riflettono risposte storiche, spaziali, culturali, mediali. I nostri sistemi trovano oggetti, non associazioni. Il che ci riporta alla ‘wowology’: la ricerca non è semplicemente una statistica isolata. La ricerca è di contesto: non semplicemente un oggetto ma tutte le sue associazioni”. Del resto non era sua intenzione realizzare un dizionario delle meraviglie al pari di un Van Vert, né celebrare unicamente la taumatopoietica o taumastica che, ci spiega Manlio Brusatin, “è l’arte di produrre meraviglie e miracoli, ma soprattutto tecniche di tecniche, quelle che un tempo si chiamavano ‘arti’”. L’intento di Kim Veltman risiede nella specifica volontà di cavalcare, comparandoli, i mezzi di comunicazione di massa, sostituendo alla banalissima elencazione, domande utili alla connessione delle culture, solo in tal modo si potrà produrre quel cortocircuito temporale capace a sua volta di generare nuove relazioni tra le cose. In queste “pillole di utopia”, “… il ‘wow’ non riguarda tanto un oggetto fisico quanto le sue connessioni con il metafisico… Dovremmo chiamarla wowology, wonderology, mirabialiaology? Ne abbiamo bisogno per capire il nostro presente, il nostro futuro, le nostre utopie, i nostri sogni, la nostra magia interiore, la nostra umanità, l’ineffabile” (Marcello Sèstito)

22,00

Prodotto ID: 2742
ISBN: 979-12-81108-04-2
Anno: 2022
Dimensioni: 15x21
Pagine: 96
Categoria:

Kim Henry Veltman nasce a Workum in Frisia, si laurea in storia alla York University di Toronto nel 1969, dove nel 1970 ha anche conseguito il Master in storia del Rinascimento. Nel 1975 ha conseguito il dottorato di ricerca in storia e filosofia della scienza presso il Warburg Institute di Londra, dove ha ricevuto formazione da BarCarter, Alistair Cameron Crombie, Ernst Gombrich, AI Sabra e Charles B. Schmitt. Dopo la laurea e alcuni anni nella ricerca e nell’industria come borsista post-dottorato, ha iniziato come Assistant Professor e Canada Research Fellow presso l’Università di Toronto nel 1984. Dal 1990 al 1995 è stato direttore della Perspective Unit del Programma McLuhan presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Toronto. Nel 1998 si trasferisce a Maastricht, dove diventa direttore del Maastricht McLuhan Institute. Dal 2006 è Direttore Scientifico del Virtual Maastricht McLuhan Institute. Nel corso degli anni è stato Visiting Professor presso l’Università di Göttingen nel 1983-’84; all’Università di Siena nel 1991; presso l’Università La Sapienza di Roma nel 1992; all’Università di Roma II nel 1995; e alla Carleton University nel 1994-96. Nel luglio 2017 è stato relatore principale alla conferenza EVA London 2017. Veltman muore di COVID-19 nel 2020.